Pagina:Walpole - Il castello di Otranto, 1795.djvu/90

Da Wikisource.

77

quale non potea far a meno di venerare le virtù sue; “l’incarico mio è di parlare ad ambedue insieme; e colla debita permissione di Vostr’Altezza, parlerò quì in presenza di tutti e due; ma devo primieramente sapere dalla signora principessa, se le è nota la cagione per cui Isabella è fuggita dal castello.” “No per la mia fede,” rispose Ippolita; “ha ella forse detto, esser ciò a mia notizia?”... “Padre,” interruppe Manfredi, “ho tutto il maggior rispetto pel vostro sacro ministero, ma sappiate che io qui son sovrano, e non permetterò mai ad un frate di mescolarsi sfrontatamente ne’ miei domestici affari. Se avete qualche cosa da dire, aspettatemi nel mio gabinetto, perchè non soglio comunicare alla mia moglie i segreti affari dello stato i quali non ispetta mai alle donne il sapere.” “Signor principe,” ripetè il sant’uomo, “io non mi arrogo mai dritto veruno sopra i segreti delle famiglie: il mio ufizio è soltanto di mantener la pace, di riconciliare gli animi, di por