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98 quando il dormente si sveglierà


buio. Malgrado tutta la potente attività, malgrado la onnipotente manifestazione di volontà e di disegno, quella immensità di meccanismo sotto il suo manto di neve sembrava vuota di ogni presenza umana, salvo della loro, e così deserta, così poco frequentata dagli uomini come un inaccessibile ghiacciaio delle Alpi.

— Devono essere sulle nostre tracce, — gridò la guida. — Siamo appena a mezza strada. Per quanto faccia molto freddo qui, è necessario nasconderci per un momento; per lo meno fino a tanto che la neve non ricominci a cadere più fitta.

Gli battevano i denti.

— Dove sono i mercati? — domandò, Graham spalancando gli occhi e guardandosi intorno. — Dov’è il popolo?

L’altro non gli rispose.

— Guardate, — mormorò Graham: poi si rincantucciò e non fece più nessun movimento.

La neve cadeva improvvisamente più densa, e scivolando sui marosi turbinosi della vôlta nera del cielo, qualche cosa di vago, di ampio e rapido, veniva. Questo qualche cosa discese in una curva ben marcata e descrisse un gran cerchio dalle grandi ali spiegate lasciando dietro a sè una striscia di vapore che si condensava: poi si sollevò con estrema agilità librandosi dolcemente nell’aria e, dopo aver spaziato orizzontalmente in una vasta curva, sparve nella notte.

Ai lati di quel corpo enorme, Graham vide due uomini piccolissimi che frugavano attivamente nelle nevose solitudini con dei canocchiali da campagna. Per un minuto egli potè distinguerli chiaramente poi, avvolti in un turbine di neve, gli apparvero