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La battaglia nelle tenebre 121

colpirgli l’orecchio; s’immaginò che tutta la facciata nascondesse una numerosa squadra della Polizia Rossa che tirava su di lui.

Una delle sue guardie cadde e Graham nell’impossibilità d’arrestarsi, saltò sopra a quel corpo scosso dagli spasimi dell’agonia. Un secondo dopo egli s’inoltrò sano e salvo nel passaggio oscuro e gli sembrò che qualcuno che arrivava da una direzione trasversale si gettasse sopra di lui violentemente senza vederlo. Come un pazzo egli discese una scala nelle tenebre più fitte, ed ancora fu percosso, vacillò e battè con le mani contro un muro.

Si sentì come schiacciato da corpi serrati gli uni contro gli altri, cercò di aprirsi una strada verso destra. Una pressione irresistibile lo inchiodava sul posto; egli non poteva respirare, le sue costole scricchiolavano, respirava a fatica; poi tutta la massa di persone in un urto generale lo riportò indietro verso l’Anfiteatro da dove era uscito. Vi furono dei momenti in cui i suoi piedi non toccavano il suolo e quando egli inciampava lo spingevano. Frattanto intese gridare: «Eccolo» e poi una acclamazione soffocata. Egli urtò allora in qualche cosa di morbido, ed una rauca bestemmia risuonò vicino a lui. Si gridava: Il Dormente! ma egli era troppo sconvolto per rispondere. Intese il crepitio delle armi verdi e tutto ad un tratto non ebbe più nessuna volontà, nessuna personalità; egli fu assalito dal timor panico, e cieco e col cervello vuoto agiva macchinalmente. Si agitò con i gomiti e si dibattè in tutti i sensi nella calca, trascinato suo malgrado, fino a che inciampò in uno scalino, lo salì e camminò sur un piano inclinato. Bruscamente i visi intorno a lui sorsero dalle tenebre e divennero