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La battaglia nelle tenebre 127


Questa volta ebbe tempo di riprender fiato. Le sue vesti bagnate dalla neve si erano già asciugate. Percorse qualche miglio lungo quelle vie immense nel crepuscolo non parlando a nessuno, non accostandosi a nessuno, figura oscura tra le figure oscure, uomo del passato risorto alla vita attuale, possessore incosciente della metà della terra. Dappertutto ove c’era luce e folla o qualche sovreccitazione eccezionale egli temeva d’esser riconosciuto; spiava, voltava le spalle e saliva o discendeva le scale di mezzo, raggiungendo qualche sistema trasversale di strade, a livello più basso o più alto. Quantunque non constatasse più nessuna rissa, la città intera era in movimento è una volta gli toccò di fuggire di corsa per evitare una moltitudine che insorse occupando la larghezza della strada. Tutta la popolazione pareva prender parte alla sommossa e i combattenti erano in maggior parte degli uomini e portavano degli oggetti che dovevano essere delle armi.

Il conflitto ferveva nel quartiere da cui era venuto, ed a ogni minuto un muggito lontano gli arrivava agli orecchi indicando che le ostilità continuavano.

Allora fu combattuto dalla prudenza e dalla curiosità, ma la prudenza prevalse ed egli pensò bene d’allontanarsi dal parapiglia. Camminava ora senza incontrare ostacoli ma sospettoso a traverso l’oscurità.

Ben presto cessò di sentire gli echi, pure soffocati, della battaglia; le persone passavano vicino a lui sempre meno numerose e finalmente le strade titaniche divennero deserte. Le facciate degli edifizi avevano un aspetto brutto e severo; anzi si sarebbe detto una regione di magazzini vuoti. Un sentimento di solitudine s’impossessò di Graham. Egli si mise a cammi-