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152 | quando il dormente si sveglierà |
che si fermò sulla porta a guardarlo, quindi si slanciò su di lui, profondendosi in grandi effusioni e in scuse.
— Sì! — esclamò. — Siete voi? E non siete morto?
Graham gli fornì qualche breve spiegazione.
— Mio fratello vi aspetta, — dichiarò Lincoln. — È solo in ufficio. Noi avevamo paura che foste rimasto ucciso in teatro. — Egli era molto imbarazzato. — La situazione è sempre pericolosa malgrado quella che noi diciamo.... altrimenti egli sarebbe venuto ad incontrarvi....
Salirono nell’ascensore e giunsero così in. una stanza relativamente piccola, ammobigliata unicamente da un. lungo sofà e da un gran disco ovale di un grigio nebbioso e cangiante, sospeso al muro con delle corde. Là Lincoln lasciò Graham che, rimasto solo, esaminò senza capirle le forme mobili e incerte che lentemente si disegnavano su quel disco. La sua attenzione fu distratta da uno schiamazzare improvviso: e riconobbe quello strepito, quell’esultanza frenetica di una folla immensa, ma molto lontana, un’esultazione rumorosa che finì bruscamente come era incominciata, simile a un rumore percepito a traverso una porta socchiusa. Nella stanza adiacente si udivano dei passi affrettati, e uno scricchiolar melodioso come una catena allentata fatta scorrere sui denti di una ruota. Poi un fruscio di abiti che non, riusciva a vedere e la voce di una donna che diceva:
— Ecco Ostrog!
Al risuonar di una campana tutto tornò nuovamente in silenzio; ma in breve si udirono di fuori delle voci, un va e vieni confuso: solo il rumore di un passo che si avvicinava, si distinse fra gli altri; un passo uguale