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168 quando il dormente si sveglierà

che metteva un termine alla dominazione del Consiglio bianco.

La strada che essi percorsero, devia,v’a in mezzo a un labirinto di edifizi: finalmente arrivarono- ad una svoltata, in cima alla quale si allargava un’apertura oblunga. Sotto le nubi illuminate dal sole morente, si scorgeva lo scheletro semi-distrutto del Palazzo del Consiglio. Una salva di grida salutò Graham e un momento dopo egli saliva, insieme al suo corteggio, in cima all’ammasso di costruzioni diroccate che si elevavano su quelle rovine.

Una vasta arena si stendeva davanti a Graham; la stessa arena intraveduta nello specchio, che non gli sembrava ora nè meno strana nè meno meravigliosa di quello che fosse veduta da lontano.

Quello spazio che ostentava la forma di un anfiteatro, misurava più di mille metri di larghezza: i raggi del sole lo avvolgevano in una luce d’oro dalla parte sinistra, mentre al di sopra e a destra, rimanevano nell’ombra netta e fredda. Sul Palazzo del Consiglio che si elevava grigio.e oscuro nel centro sventolava debolmente la grande bandiera nera della resa, che spiccava cupa, in quello sfolgorio solare.

Corridoi, stanze, vestiboli, si spalancavano stranamente.... informi masse metalliche si proiettavano lugubri nella confusione di quelle rovine; una quantità di corde immense, arrotolate, attorcigliate, pendevano come un mucchio di liane: e dalla base, saliva mi tumulto di Voci innumerevoli, delle sorde detonazioni e un suono di trombe.

La desolazione circondava quel grande e bianco edifizio e in mezzo a tutto ciò si ammassavano massi diroccati e anneriti, fondamenta messa a nudo, rovine