Pagina:Wells - Quando il dormente si sveglierà, 1907.djvu/258

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248 QUANDO IL DORMENTE SI SVEGLIERÀ I non è tutto. Questa Città è una prigione: tutte le città del mondo sono tante pri-gioni. Mammon tiene la chiave ben stretta fra le sue dita. Miriadi, innum-erevoli miriadi di disgraziati, hanno sofferto e soffrono ancora dalla culla alla tomba. Dovrà esser sempre così? Sì: le cose sono peggiori ora che al temano vostro. Attorno a noi, sotto di noi, non esiste • che il dolore e la sofferenza: tutte le false delizie, da cui siete ciroondatOi, rasentano un’lesistenza di indicibile miseria. Sì, il povero lo sa.... egli sa di soffrire. A quelle moltitudini che affrontarono la morte per voi, due notti fa, dovete la vostra vita.... — Sì, — rispose Graham lentamente, — ad esse debbo la mia vita. — Voi isieté venuto: a noi, — riprese,, ^— nei ’giorni nei. quali la tirannia delle città era al principio. Sì, è una tirannia, una tirannia. A’ vo-stri tempi, i signori feodali non esistevano più, e la dominazione del denaro doVeVa nascere. La metà degli Uomini che popolavano la terra, vivevano in libera ■ campagna: le città non_ li avevano ancora divorati. Io ho saputo queste cose ■ da’ vecchi libri.... Vi era la nobiltà, non lo nego, ma.il volgo conduoeva allora una vita’ di amore -fedi fedeltà. E voi.... voi siete di quel tempo.... — Non era così.... ma non importa. Ed ora?— Il guadagno (accanito e le Città di piaceri! Oppure il servilismo, senza discrezione, senza onore.... la schiavitù! — La schiavitù! — esclamò Graham. — La schiavitù! ■— Voi non pretenderete che gli esseri umani siano trattati come tante cose? Che siano schiavi nel vero senso della parola?