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31 Le strade che camminano


Per un momento, un tal movimento continuo fece nascere nel suo spirito una vera confusione. Poi, capì.

Sotto il balcone, quella strada veramente straordinaria si allontanava rapida verso la destra di Graham a guisa di un fiume infinito e precipitoso; come un treno espresso del XIX secolo: era una piattaforma interminabile, fatta di strette sbarre traversali sovrapposte, avente piccoli spazi intermedii che le permettevano di seguire le curve della strada. Vi si vedevano delle panche, e, qua e là, dei piccoli chioschi che sfilavano sotto gli occhi di Graham con una velocità tale che non gli era affatto possibile di distinguere ciò che essi contenevano. Da quella piattaforma, la più prossima e la più rapida, una serie di altre piattaforme scendevano verso il centro: ciascuna delle quali piegava verso la destra con un’andatura sensibilmente più lenta di quella della sua vicina; ma la differenza di velocità era tanto leggiera da permettere a chiunque di passare da una piattaforma all’altra, e di arrivar così senz’interruzione e senza fermarsi, dalla via più rapida alla via centrale immobile.

Al di là di quella via centrale, un’altra serie di piattaforme infinite si dirigevano con diversa velocità verso la sinistra di Graham. Una innumerevole moltitudine che presentava, una meravigliosa disuguaglianza, stava seduta sulle due piattaforme le più rapide e le più larghe, andava dall’una all’altra scendendo gli scalini, o si pigiava formicolante sullo spazio centrale.

— Non bisogna star qui, — esclamò Howard, mettendosi improvvisamente accanto a lui. — Venite subito da questa parte.