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— Come! - disse il re dei Fannulloni un po’ offeso - il pizzicorino! che confidenze sono queste, messer Ciuffettino!.. Ricordatevi che se non avete giudizio, vi metterò la catenella ai piedi, come alle scimmiette cattive...
— Deve essere una fissazione - sospirò il ragazzo - Oh! Fata dei bambini!.. proteggimi tu!..
— Sentiamo... sai ingoiare i coltelli? - chiese il re in tono più raddolcito - sai bere lo spirito acceso?
— Maestà, sono cose troppo indigeste - rispose Ciuffettino, che cercava di farsi coraggio.
— Almeno... sai dirmi che cosa penso adesso? Vediamo, questo deve essere facile per te. Indovina.
— Vostra Maestà non pensa... nulla! - disse il ragazzo con accento ispirato.
— Bravo! vedo che l’ingegno non ti manca. Adesso insegnami dei giuochi di carte.
— Non ne conosco punti!
— Allora fa’ qualche esperimento di prestidigitazione...
— Non so neanche chi sia...
— Chi?
— La signora prestidigitazione!
— Ci vuole una bella dose di pazienza con te, Ciuffettino!.. Via, ti perdono: fammi dei salti mortali, e non se ne parli più...
— Se si contenta di una mezza dozzina di capriòle... - propose Ciuffettino.
— Bah! contentiamoci!
Il ragazzo si diede a fare una serie di belle capriòle in mezzo alla stanza: e re Pipino rideva... rideva...
— Si, non c’è male - disse poscia, asciugandosi gli occhi che avevano pianto per il convulso delle risa