Pagina:Yambo, Ciuffettino.djvu/262

Da Wikisource.

— 248 —

ciullo, e rimase un po’ in forse. Poi lo riconobbe. Cacciò uno strillo, lasciò andar la zuppa in terra, e si slanciò sul suo figliuolo, balbettando, nella felicità improvvisa, immensa, insperata:

— Ah! delizia mia!... core mio!... vita mia!... sei tu...! sei vivo! La Madonna mi ha fatto la grazia!... È vivo!... È tornato... è tornato dalla su’ mamma che lo adora!...

A questo chiasso il sor Attanasio uscì fuori dallo sgabuzzino... Vide, si portò la mano alla gola... e cascò a terra come un cencio.

Il ragazzo e la sora Rosa corsero a lui.

— Babbo... babbo mio!... - gridò Ciuffettino, coprendo di baci e di lacrime il volto del vecchio.

Ma questi, passato il primo istante di intensa commozione, sorrise.

— Sei proprio tu... il mio Ciuffettino! - riuscì a dire, con un singhiozzo.

In quel momento soave ridevano tutti: rideva il povero ciabattino, rideva la sora Rosa, rideva il ragazzo, rideva Melampo, mostrando le gengive... E rideva anche il cielo, sotto l’ultima carezza della Luce!