Pagina:Yambo, Ciuffettino.djvu/40

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— Fa’ come vuoi: io per me proverei...

— E poi il mi’ babbo dice che la roba degli altri va lasciata stare...

— Il tu’ babbo vedi, è un brav’uomo, ma ci ha troppe frasche per il capo. Da’ retta a me...

— No, no, ecco: non voglio.

— E allora, arrivederci: io vo a vederei fochi dal nipote del barbiere Tosacani... chi sa che bellezza...

— Addio... e divertiti.

Quando Burchiello stava per varcare la soglia dell’uscio di bottega, Ciuffettino lo richiamò.

— Sicchè, tu dici che quello stracotto è salato?

— E come!

— Bah! a me, tanto, non importa nulla. E i fochi, i fochi?

— Quattro soldi di mortaretti...

— E li fa scoppiare tutti insieme?

— Tutti insieme!

— Chi sa che bel vedere! basta, addio, Burchiello, ci vediamo domani.

E Ciuffettino mandò un sospiro lungo un miglio. Ma Burchiello aveva fatto appena quattro passi che si sentì chiamare un’altra volta.

— Senti... oh! ci vengono dimolti ragazzi a vedere i fochi?

— Tutti i ragazzi di Cocciapelata, vuoi dire — esclamò Burchiello, rientrando in bottega - oh! sarà proprio una cosa da raccontarsi...

— Io, un pezzettino di stracotto lo assaggerei: ma piccolo... per provare...

— Ma diamine! - eppoi senti: quando un amico, un vero amico, ti dà un consiglio, non fare il sordo. I consigli dei genitori, quelli sì che sono interessati: ma i consigli degli amici... neanche per sogno!