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Pagina:Yambo, Luna paese incomodo.djvu/140

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pesa la bellezza di 640 libbre. Quando fu innalzato il maraviglioso apparecchio, si credeva di poter risolvere, con quello, tutti i problemi più ardui dell’astrofisica: di poter vedere distintamente le città e gli abitanti di Marte, e magari, le ultime tracce di una umanità lunare. L’aspettativa fu delusa, nonostante che il telescopio rilevasse una ·quantità di nuovi prodigi celesti. Più tardi il re delle ferrovie, Carlo Yerkes, di Chicago, ne fece costruire un altro; e un altro il miliardario Hooker. Quest’ultimo strumento, davvero colossale, ha uno specchio concavo, rivestito di argento, del diametro di due metri e mezzo, ed è collocato nell’osservatorio del monte Wilson. Ebbene, il telescopio del monte Wilson riduce i 400.000 chilometri di distanza dalla Terra alla Luna a soli 100. Perciò, chi osserva la superficie del nostro satellite nello specchio del gigantesco strumento, ha l’impressione esatta di trovarsi in un aerostato, a cento chilometri soltanto dai terreni che vuole esplorare. Alcuni dicono che, a questa distanza, un oggetto largo ottanta metri dovrebbe esser visibile. E si aggiunge che se sulla Luna si elevasse un edificio come il grattacielo Woolworth-Building di Nuova York, gli osservatori dovrebbero vederlo. Non solo: ma poiché per la rarefazione dell’atmosfera gli