Pagina:Zamboni - Pandemonio - Il bacio nella luna, Firenze, Landi, 1911.pdf/388

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con nuovi ingegni si sarà centuplicata la semovenza, e con sacrifizj di vite avrà vinto tempo e spazio così che pensando a un luogo, già vi sarà. Onde città non aggruppata o murata che la renda pesante, ma aperta e divisata da case, da ville, da orti e paesi; che è sì varia fino a Reggio, suo centro biancheggiante e come foro di convegno. E seguitando per quel littorale calabro, altre borgate, più o meno in declivio, pure in mezzo a cedri, fichi, gelsi, vigneti, verzieri che fanno pensare ai giardini esperidi, giunge fino a Palmi che già è libera nel Tirreno; e vede danzare ed immergersi nei lavacri del mare quelle deliziose sorelle, le isole di Lipari, col sempre desto Vulcano, e di faccia Stromboli, fumante, anelito faticoso di tanto lavorio occulto e perenne della natura.

Sulla spiaggia sinistra, la pertinace Messina, vera Fenice, arsa, riarsa e tante volte risorta e rifiorita e risanguata di novo vigore, che si presenta come una veduta sopra una scena, o come una mostra, o un museo aperto di opere dell’uomo, di attivittà commerciali, svoltesi per tutto il mondo in tanti tempi trascorsi. Il tutto esposto agli sguardi delle nazioni che vi passano sopra le navi. Messina ha per isfondo poggi e colline popolate di ville, case e magioni, le quali, perchè tanto adornate e ridenti, pajono essere contente; sicchè dal fondo del cuore di chi le mira esce, come il respiro, un augurio che veramente in quelle dimore tutti sieno felici.

E vanno seguitando nuove delizie, nuovi incanti fino ai due Laghi e al Faro, cioè allo Stretto, alle Sirti, fra loro non molto distanti. Quivi si alzano opposti due colossi immortali, che già videro e sen-