Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
66 |
Nè perciò tua bontade a sdegno prende,
Anzi rozzo qual è de’ Carmi il dono
De’ gran tributi al par grato ti rende.
CESARE BIGOLOTTI
Idalgo, andrai là, dove al Sol nascente
Il ricco Gange l’alma cuna indora,
E vedrai da vicin bella e lucente
Dall’indico Oceàn sorger l’Aurora.
Vedrai nuovi costumi e nuova gente;
Qual segno il polo antartico colora;
E di quai frutti e di quai fior ridente,
Rendon la spiaggia Eoa Pomona e Flora:
E ricche di smeraldi e d’adamanti
Vedrai le rupi, e quai dal mar natìo
Escan dell’Alba i preziosi pianti.
Allor dirai pien d’un più bel desìo:
Terra felice in tanti pregi, e tanti,
Solo ti manca riconoscer Dio.
II
Quel dolce strale, onde piagar solea
Per l’uom sè stesso l’increato Amore,
Dal sen si trasse, e lo sospinse al core
Della più vaga Verginella ebrea.
Ella fè scudo al colpo, e armata ardea
Di santo sdegno e d’innocente errore;
E cinti i bei pensier di casto orrore
All’alto spirito suo guerra movea:
Ma l’eterna sua idea quei le scoprìo
Pietoso del fallir nostro primiero,
Ed appagolle il verginal desìo;
Talchè in umil voler di speme altero
Ella chinò le luci; e si adempìo
Di Vergine e di Madre il gran Mistero.