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Nè perciò tua bontade a sdegno prende,
     Anzi rozzo qual è de’ Carmi il dono
     De’ gran tributi al par grato ti rende.


CESARE BIGOLOTTI


Idalgo, andrai là, dove al Sol nascente
     Il ricco Gange l’alma cuna indora,
     E vedrai da vicin bella e lucente
     Dall’indico Oceàn sorger l’Aurora.
Vedrai nuovi costumi e nuova gente;
     Qual segno il polo antartico colora;
     E di quai frutti e di quai fior ridente,
     Rendon la spiaggia Eoa Pomona e Flora:
E ricche di smeraldi e d’adamanti
     Vedrai le rupi, e quai dal mar natìo
     Escan dell’Alba i preziosi pianti.
Allor dirai pien d’un più bel desìo:
     Terra felice in tanti pregi, e tanti,
     Solo ti manca riconoscer Dio.


II


Quel dolce strale, onde piagar solea
     Per l’uom sè stesso l’increato Amore,
     Dal sen si trasse, e lo sospinse al core
     Della più vaga Verginella ebrea.
Ella fè scudo al colpo, e armata ardea
     Di santo sdegno e d’innocente errore;
     E cinti i bei pensier di casto orrore
     All’alto spirito suo guerra movea:
Ma l’eterna sua idea quei le scoprìo
     Pietoso del fallir nostro primiero,
     Ed appagolle il verginal desìo;
Talchè in umil voler di speme altero
     Ella chinò le luci; e si adempìo
     Di Vergine e di Madre il gran Mistero.