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Tolse il Bel da ogni Bella, e nuova e strana
Ordì beltà di queste forme e quelle.
5Ma tu la vera Bella infra le belle
Pingendo, unica in Ciel Diva e Sovrana,
Con mirabil potenza e sovrumana
Gisti il Bello a rapir sovra le stelle,
Quindi la Greca fragil opra impura
10Mancò nella sua breve aura vitale
Ratto così, che appena il nome or dura.
Ma poichè a Nulla di terreno e frale
Tu t’attenesti, in ogni età futura
Vivrà la tua celeste opra immortale.
VIII
Quando fondò dell’immortal sua sede
Cristo di Pier sulla saldezza il Regno,
Paolo chiamando, a lui compagno il diede,
D’aurea lingua fornito, e d’alto ingegno.
5Sciolto al suo dir da rio servaggio il piede,
Correan le genti di salute al segno,
E Roma stessa, d’empietà già sede,
Si scosse al suon del chiaro stile e degno.
Alfin Paolo morì: ma tal d’intorno
10Sparso avea di virtù seme facondo,
Che frutto appien ne colse Occaso, ed Orto.
Or che il grand’Orator fa a noi ritorno,
E il rimiriam, Signore, in te risorto,
Ov’è da soggiogarsi un altro Mondo?
EUSTACHIO CRISPI.
I1
Indarno, Italia mia, ti diè Natura
D’intorno inespugnabili ripari,
L’Alpi da un lato per eccelse mura,
- ↑ Per la Santità di N.S. Papa Clemente XI.