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     E al gran momento di Maria primiero
     Fa quanto può celatamente guerra.
5Mira qual contra lei fiume disserra,
     Fiume, che inonda l’Universo intero:
     Ma non temer, perch’ella è in salvo, e ’l fero
     Assalitor delle sue piante atterra.
E, se nell’immortal pugna importuna
     10Dura e persiste ancor benchè respinto
     E’ angue che in lei non ha ragione alcuna
Non istupir: la Provvidenza estinto
     Non vuol l’alto litigio, acciocchè l’una
     Sempre sia vincitrice e l’altro vinto.


XXI1


Stavasi il Re che all’Universo impera
     Sovra celeste lucidissim’arco.
     E’l Ciel sereno e d’ogni nube scarco
     Facea d’intorno con la vista altera:
5Quando in sì nova alta immortal maniera
     Giunse Maria, ch’ogni confronto è parco
     E con la Luna al piè curvata in arco
     Di se fe’ lieta la superna schiera.
Al suo venir sorse il gran Dio dal trono,
     10E disse: ecco la Bella, in cui, siccome
     In proprio nido, mia pietà ripono:
E questa sol, come sovrana e come
     Maggior di quante unqua saranno e sono,
     Vo’ che assoluta arbitra mia si nome.


XXII


Angue, che in terra per tuo mal rinasci,
     E la gran Donna inutilmente mordi,
     Nè dell’inimicizia ancor ti scordi

  1. Sopra l’Assunzione di N. D. Si allude al detto del Cartusiano Art. 15. in Cant. Largitrix post Deum universorum... per manus ipsius dare disposuit Deus quicquid nobis gratia tribuit.