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II


Oh se de’ miei sospir gittati al vento,
     Se di lagrime tante indarno sparte
     Data avessi al mio Dio pure una parte,
     Quanto sarei del pianger mio contento!
5Or, benchè tardi, alfin col guardo intento
     Nel Crocifisso esclamo: Oh qual comparte
     Gioia il tuo amor, s’ha l’amor tuo sin l’arte
     Di far dolce il rimorso e ’l pentimento!
Perde il pianto ogni amaro, allor che scende
     10A bagnar le tue piaghe, e dolce intanto
     Al labbro, che le bacia, amore il rende:
E perchè in ciò prova tal gaudio e tanto
     Il cuor, ch’altro maggiore ei non apprende,
     Sta per pensare in Paradiso il pianto.


III1


Ergi, Cridano allegro, il capo algoso,
     Mira il don che tanti anni Italia chiese,
     L’infante Eroe, ch’oggi dal Ciel pietoso
     Tratto da’ nostri voti alfin discese.
5Quel braccio augusto or fra le fasce ascoso
     Scioglierassi tra poco a grand’imprese,
     Compenseran tra poco il suo riposo
     Dure vigilie a pro d’Italia intese.
Tempo è, che sonni placidi e soavi
     10Or tragga; e pur, mentre sognando ei tace,
     A lui parlan d’onor l’Ombre degli Avi.
Quando di scettro avrà poi man capace,
     Quando dell’Alpi ei reggerà le chiavi,
     Al suo vegliar dormirà Italia in pace.


IV


Incauto Peregrin, cui nel cammino
     S opponga angusto rio largo un sol passo,
     Quando appunto a varcarlo ha il piè vicino,
     S’arresta e dice: il varcherò più a basso.

  1. Per la nascita del Principe di Savoia.