Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
424 |
ERCOLE MARIA ZANOTTI.
I1
Quel Dio, che sciolto il giogo al gran tragitto
Guidò Israello, e l’ampie strade aperse
Nel rosso Mare, in cui tutti sommerse
Eli armati carri, e i Cavalier d’Egitto;
5Egli, che a Gabaòn nel fier conflitto
Pel suo Popol gli Ammorrei disperse,
Che lui d’Assiria trasse, ove sofferse
Sì dure cose, e fu cotanto afflitto;
Egli è, che ha rotta la terribil spada
10In mano ai Traci, e a i lor cavalli ha tolta
La fuga, ond’ora Africa ed Asia è in lutto.
Carlo, sarà dalle catene sciolta
Per te Bizanzio, e l’Oriente tutto:
Aperta alla grand’opra è omai la strada.
II
Per prender del peccato alta vendetta
Io veggo uscir dalle ferrate porte
Del cieco Abisso l’implacabil Morte,
D’arco possente armata e di saetta.
5Superbi Regi, e Plebe egra e negletta
Gitta a terra costei con ugual sorte:
Le sta Giustizia al fianco, e in aspra e forte
Voce al scempio fatal vie più l’affretta:
Ossa calcando inaridite e sparte
10Scorre per tutto vincitrice, insino
All’ignota del Mondo ultima parte.
Alfin orrenda, trionfale insegna
Innalza, e piena di furor divino
Gridando va: l’ira di Dio quì regna.