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ERCOLE MARIA ZANOTTI.


I1


Quel Dio, che sciolto il giogo al gran tragitto
     Guidò Israello, e l’ampie strade aperse
     Nel rosso Mare, in cui tutti sommerse
     Eli armati carri, e i Cavalier d’Egitto;
5Egli, che a Gabaòn nel fier conflitto
     Pel suo Popol gli Ammorrei disperse,
     Che lui d’Assiria trasse, ove sofferse
     Sì dure cose, e fu cotanto afflitto;
Egli è, che ha rotta la terribil spada
     10In mano ai Traci, e a i lor cavalli ha tolta
     La fuga, ond’ora Africa ed Asia è in lutto.
Carlo, sarà dalle catene sciolta
     Per te Bizanzio, e l’Oriente tutto:
     Aperta alla grand’opra è omai la strada.


II


Per prender del peccato alta vendetta
     Io veggo uscir dalle ferrate porte
     Del cieco Abisso l’implacabil Morte,
     D’arco possente armata e di saetta.
5Superbi Regi, e Plebe egra e negletta
     Gitta a terra costei con ugual sorte:
     Le sta Giustizia al fianco, e in aspra e forte
     Voce al scempio fatal vie più l’affretta:
Ossa calcando inaridite e sparte
     10Scorre per tutto vincitrice, insino
     All’ignota del Mondo ultima parte.
Alfin orrenda, trionfale insegna
     Innalza, e piena di furor divino
     Gridando va: l’ira di Dio quì regna.

  1. Alla Maestà Cesarea Cattolica di Carlo VI.