Vai al contenuto

Pagina:Zappi, Maratti - Rime II.pdf/21

Da Wikisource.

17

     Gioja fra noi Mortali invan s’attende.
Quella man, che da’ concavi alveari
     305Invola all’Api il mel, benchè si punga,
     Favi però non trae men dolci e cari.
Ma siasi pur come tu vuoi, che lunga
     Nostra tenzon saria par troppo, quando.
     Per molto dir non fia, ch’al ver si giunga.
310Già siamo al prato or via cantiamo, e in bando
     Vadano, Amico, la tua doglia acerba į
     E tu stesso il tuo duol tempra cantando.
Tirsi.
Poichè cantando il duol si disacerba,
     Cantiamo, Alessi: e voi per lo poggetto
     315Pascete, armenti miei, pascete l’erba.
Sediamci qui fra i lauri e ruscelletto
     Io farò qual Cicala al Sole estivo
     Che canta per ardor non per diletto.
Ascoltatemi, o Ninfe,
     320Uditemi, o Pastori,
     E voi dolci Augelletti, e fere Belve
     Fresch’aure, e fresche linfe
     O erbe, o frondi, o fiori
     O valli, o prati, o colli, o rupi, o selve:
     325Canta della sua Clori
     Di lei, ch’è prima infra le Ninfe erranti
     Tirsi, ch’è il primo infra i fedeli Amanti..
Alessio.
Ed io te sol, te bramo,
     Eco gentil, che sei
     330Or intorno a quell’antro, or su quel Rio;
     Tu narra all’Idol, ch’amo
     Ch’ad esso i carmi miei
     Volgo, come ho pur volti alma e desìo
     E poi soggiungi a lei,
     335Che quante ha pene mai Tirsi per Clori,
     Tanti sento io placer de’ nostri ardori.