Vai al contenuto

Pagina:Zappi, Maratti - Rime II.pdf/23

Da Wikisource.

19

Alessio.
La Ninfa mia, se talor meco è in guerra,
     China, quando m³ incontra, i lumi a terra;
     370Poi sdegnosetta a me gli volge e gira;
     Poi di pietà gli veste e in un sospira.
     Così d’ira e d’amor confonde i segni
     Oh sospir cari, oh cari e dolci sdegni!
Tirsi.
Jer fu veduta l’Aquila grifagana
     375Là fra la rupe il bosco degl’Allori;
     E dove Alfeo nel vicin lago stagna
     Stava una turma di Cigni canori.
     Oggi ascolto li Buoi per la campagna
     Muggir più lieti. ah! temo di mia Clori
     380Io so, che i Numi dallo Ciel già scesero,
     E per beltà minor tai forme presero.
Alessio.
Io d’altri nò, ma temo sol quel fonte,
     L’onda di quel vascello e di quel fiume
     Poiché specchiandosivi ella fronte,
     385Mira il tesor di sua beltade e il lume;
     E ch’indi poi resa superba, in oute
     Cangi e ’n disdegno il dolce suo costume.
     Ben mi conosco; onde il mio picciol merto,
     E sua virtù, me di lei rende incerto.
Tirsi.
390Io so di che ridete erbe giulive;
     Il Girasol vedete in queste rive
     Girarse, piegarse
     Al suolo, al polo
     Confuso, deluse
     395A più d’un Sol lucente: al per l’inganna
     Di Cleri la capanna, e l’Orìente
Alessio.
Io so, perchè pensosa in sulla spine
     Sta quella vaga rosa umile e china:
     S’arresta modesta,