Pagina:Zecche e monete degli Abruzzi.djvu/102

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quondam Giordano Ursino, et al presente per la di lui morte passata al conte di Sarno, non purgato vitio spolii; et che a tale effetto le sia amministrata giustitia tanto sul possessorio quanto sulla proprietà dall’udienza della provincia di Abruzzo. Il re cattolico soggiunse al ricercato capitolo: Regia majestas opportune providebit1. E ben provide, infeudandone invece il suo generale Barlolomeo d’Alviano, in cui potere non rimase però che due anni. Venghiamo ora alla moneta coniata, secondo il mio vedere, da Pardo Orsini nella rocca di Manopello.

La scoperta della zecca di Sora, accertata dalle monete di Piergiampaolo Cantelmi, che in essa improntaronsi nella seconda metà del secolo decimoquinto, chiarì cotal parte della numismatica italiana di Carlo VIII, che ormai più non resta inesplicato che un solo pezzo di rame di quella importante serie. Ei sarà dunque di non lieve momento il conghietturarne, sulla base degli storici avvenimenti or ora accennati, l’attribuzione; e con ciò la nummografia della calata in Italia di quel monarca, sì dottamente iniziata dal Fusco e dal Cartier, verrà a ricevere il suo compimento. Fra i cavalli di Carlo VIII, uno ne diede il Fusco2, il cui disegno si vede ripetuto sotto il numero 41 della quarta tavola.

D. klvs * d * g * rex fr * Arme incoronata di Francia.

R. . . .ↄvs * vr * co * ma . . Croce ancorata accostata da quattro rosette.

La unicità dell’esemplare che potè il Fusco vederne lasciava, nel guasto della leggenda, libero il campo alle ipotesi; alle quali egli si appigliò, ingegnandosi di rivendicare, non senza grave titubanza, alla città di Como la finora indecifrabil moneta. Riporto le sue stesse parole:

«Il rovescio della descritta moneta per mala ventura è di tal sorta consunto dalla lunghezza del tempo, da non potersi

  1. Ravizza o. c., III, 33.
  2. G. V. Fusco, Monete di Carlo VIII, tav. VI, n. 10. ― Cartier, l. c., tav. V, n. 13.