Pagina:Zecche e monete degli Abruzzi.djvu/31

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L’avvenimento che porse occasione alla stampa di queste monete è ingegnosamente conghietturato dal Fusco, quantunque della zecca dell’Amatrice niuna memoria a noi arrivasse, e si possa sospettare financo che non ivi, ma altrove, siensi battute con quel particolare impronto. Sollevatisi nel 1485, come vedremo nel seguente capitolo, i principali baroni del regno, auspice ed ausiliario il sommo pontefice Innocenzio VIII, moltissime città ribellarono alla casa d’Aragona, massime negli Abruzzi, ove più tardi che altrove fu spento il fuoco della rivolta. Costante nella fede giurata al suo re, siccome opina il Fusco, dev’essersi allora serbata Amatrice; della qual fede, se anche tacciono gli storici, è luminoso documento la scritta apposta sulle monete ch’esaminiamo; conghiettura suffragata dalla notizia d’altri privilegii che re Ferdinando accordava a quella terra nel 1486. Si legge infatti ne’ repertorii aragonesi la seguente nota1: In anno 1486 re Ferrante concede all’università et huomini della città dell’Amatrice ob fidelitatem erga eum observatam la terra di Civita Regale, la quale alias fu di detta città e per esso re era stata concessa alla città dell’Aquila, per rebellione della quale è devoluta ad esso re, e perciò la restituisce alla detta università; etiam concede la terra della Rocca e li casali della Montagna di Rosito, le quali olim furono di detta città dell’Aquila rebelle, come appare in Privil. fol. 70. Se anche il diploma con cui Ferdinando accordava tanti favori e privilegii ad Amatrice non è giunto a noi, colpa le dispersioni e i saccheggi cui pur troppo soggiacque l’archivio aragonese, la citata nota de’ repertorii ci attesta una peculiare predilezione di quel sovrano verso la picciola terra ob fidelitatem erga eum observatam, le quali parole concordano colla epigrafe delle monete, e quasi riducono a certezza la ipotesi del valente erudito, che ritiene non ad altra epoca appartengano, che all’anno 1486.


  1. R. Archivio di Napoli. Repert. Provinc. Aprut. cit. et ult., T. I, fol. 127 a t.