Pagina:Zecche e monete degli Abruzzi.djvu/54

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Lodovico I e di Giovanna II, recando dal diritto la croce cantonata da un fiordaliso e circondata dalla iscrizione + renatvs:dei:gr:rex (ovvero gra.r, ed anche rex * p *); dall’altro lato il consueto leone colla scritta + de:aqvila1. Vedasi il n. 13 della prima tavola. Pesa 12 acini.


Fino a che durò il travagliato governo di Renato, la zecca d’Aquila, salve le poche eccezioni avvertite, coniò monete di tipo peculiare agli Abruzzi, quantunque parti aliquote del carlino; ma dopo i rovesci dell’angioino che, soverchiato dalle armi aragonesi, sgombrò nella state del 1442 il regno, lasciandone unico ed assoluto signore Alfonso I, quella prerogativa cessò, e la zecca stessa dovette uniformarsi per sempre al sistema della napoletana. Infatti, ricuperata Aquila da re Alfonso, e segnati i relativi capitoli il 6 ottobre di quell’anno2, egli ne concedette lo stesso dì la zecca al conte di Montorio, acciò vi battesse carlenos argenti, medios carlenos, trentinos et bajochos3. Tornando il carlino 120 denari, la moneta che qui troviamo indicata col nome di trentino è il quarto del carlino, il pezzo cioè da 30 denari. Tale vedemmo essere stato il valore delle celle o quartaroli degli angioini, che forse allora si vollero surrogare da una moneta di pari valsente, ma di conio diverso. Il bajocco, nome romano del grano di Napoli, equivaleva alla decima parie del carlino, constava cioè di 12 di que’ denari, che nel 1472 re Ferdinando rese effettivi nel cavallo di puro rame. Sennonchè, sia che non mettesse conto dar mano a troppe qualità di monete per la massa tuttavia circolante di bolognini e di celle, sia che le nuove valute in tanto scarsa copia si emettessero da sfuggire dopo quattro secoli alle nostre indagini, non posso produrre di questo re i mezzi carlini, i trentini e i bajocchi se-

  1. Bellini, Novissima diss., tav. II, n. 2. — G. M. Fusco, in Ann. di Num. I, 95, tav. IV, n. 13. — Die Reichel’sche Münzsammlung in St. Petersburg, T. IX, n. 233.
  2. Muratori, Ant. Ital. VI, 894.
  3. Capialbi, Moneta di Catanzaro, p. 10.