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atto quarto | 39 |
Ti movan questi pianti. Ah no, che indegna
son della tua pietá dopo il mio fallo.
Parti; ma prima osserva
le tue vendette, Uranio, e il mio dolore.
Ecco, con questo dardo,
dardo per me fatal, mi passo il core.
Uranio. Che fai, Cidippe, oimè?
Cidippe. Partirai piú, crudele?
Uranio. Sì, partirò... ma partirò con te.
Cidippe. Mio Uranio!
Uranio. Mia Cidippe!
Cidippe. L’ire deponi?
Uranio. E tu l’amor ripigli?
Cidippe. Piú di prima ti adoro.
Uranio. È piú Narciso...?
Cidippe. Solo Uranio è il mio bene.
Uranio. Omai la destra...
Cidippe. ti dará fé di sposa.
Uranio. E non m’inganni?
Cidippe. Perché tu piú non tema
prendila, o mio diletto.
Mi credi?
Uranio. Or sì, mia cara,
l’ire depongo e mi ti stringo al petto.
Pur cede alla mia fede
l’orgoglio del tuo cor.
Nell’amor tuo diventa
mia gloria il mio dolor.
Cidippe. Dalla tua fede imparo
ad esser piú fedel;
tu mi sarai piú caro
ch’io non ti fui crudel.