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SCENA IX
Atrio imperiale.
Lucilla. Speranze d’amore
voi dite al mio core
se lieto sará?
Aniceto. Se con infausto avviso, o principessa,
io ti vengo a turbar, Cesare incolpa.
Lucilla. Cesare? e che t’impose?
Aniceto. Il dirti... o Dio !...
Lucilla. Segui! (Che mai sará?)
Aniceto. Qualche momento
sospendo al tuo riposo
l’aspra necessitá d’un fier tormento.
Lucilla. Oimè!... Vo’che tu parli, o l’odio mio...
Aniceto. Questo solo io temea con l’ubbidirti.
Cesare, mio sovrano...
Lucilla. Che mai t’impose, che?
Aniceto. Dirti che deve
rifiutar le tue nozze
e sposar Berenice. Amor lo sforza...
Lucilla. Rifiutar le mie nozze?
Berenice sposar? Vanne, noi credo;
ingannator tu sei.
Va, né piú osar d’offrirti agli occhi miei.
Aniceto. Parto e sento
nel lasciarti un fier diletto.
Cosi almen del tuo tormento
non m’uccide il fiero aspetto.