Pagina:Zibaldone di pensieri I.djvu/164

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138 pensieri (40)

un luogo dov’è passata altr’acqua, avete bel distornarlo, sempre tenderà e ricadrà nella strada ch’è restata bagnata dall’acqua precedente. Giacché la natura somministra ben da se idee sempre differenti e sempre nuove, e se un poeta non fosse stato conosciuto dall’altro appena si sarebbero trovati due poeti che avessero fatti poemi somiglianti, perché questo non sarebbe stato se non opera del caso, il quale difficilmente produce simili combinazioni, che ognuno vede quanto sian rare in ogni genere. Perciò, quando gli esempi erano o scarsi o nulli, Eschilo per esempio inventando ora una ora un’altra tragedia senza forme, senza usi stabiliti, e seguendo la sua natura, variava naturalmente a ogni composizione. Cosí Omero scrivendo i suoi poemi vagava liberamente per li campi immaginabili, e sceglieva quello che gli pareva; giacché tutto gli era presente effettivamente, non avendoci esempi anteriori che glieli circoscrivessero e gliene chiudessero la vista. In questo modo i poeti antichi difficilmente s’imbattevano a non essere originali, o piuttosto erano sempre originali, e s’erano simili era caso. Ma ora con tanti usi, con tanti esempi, con tante nozioni, definizioni, regole, forme, con tante letture ec., per quanto un poeta si voglia allontanare dalla strada segnata, a ogni poco ci ritorna: mentre la natura non opera piú da se, sempre naturalmente e necessariamente influiscono sulla mente del poeta le idee acquistate che circoscrivono l’efficacia della natura e scemano la facoltà inventiva, la quale se ciò non fosse, malgrado i tanti poeti che ci sono stati, saprebbe ben da se ritrovar naturalmente e senza sforzo (parlo della facoltà inventiva di un vero poeta) cose sempre nuove e non tocche da altri, almeno non in quella maniera ec.


*   Una delle grandi prove dell’immortalità dell’anima è la infelicità dell’uomo paragonato alle bestie che