Pagina:Zibaldone di pensieri I.djvu/179

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(48) pensieri 153

come di Cicerone, di Celso ec., quantunque principalmente di chi scriveva di scienze come Plinio ec., ma anche Orazio com’è notissimo ec. Ora, perché queste hanno viso per noi straniero, le fuggiamo di cuore, ed anche gran parte delle frasi strettamente prese, giacché, dei modi piú largamente, infiniti ne convengono a maraviglia alla nostra lingua. Al contrario però di noi la lingua francese non fa una difficoltà al mondo di spogliare la lingua greca secondo i suoi bisogni; e in questi ultimi tempi se n’è empiuta e satollata strabocchevolmente, onde già fanno dizionari delle parole francesi derivate dal greco, cosa per altro scellerata, che guasta quella lingua orrendamente (come guasta indegnamente la nostra la barbarie comunissima di usar queste stesse parole greche, massime le moderne pigliandole non dal greco ma dal francese colla stessa barbarie però, quantunque i piú neppur sappiano che siano interamente greche ma le abbiano per pure francesi, come despota, demagogo, anarchia, aristocrazia, democrazia, colle terminazioni greche sole, per esempio civismo, filosofismo ec. ec. che in gran parte son politiche messe fuori dalla repubblica francese, ma ce ne ha di tutti i generi); e in principal modo perchè, essendo adottata da tutti gli scrittori di scienze la nomenclatura tratta dal greco, onde non c’è scienza, anzi neppure arte, mestiere, rettorica, grammatica ec. che non sia piena di greco, e perfino nel suo nome e in quello delle sue parti non sia intieramente greca, le parole greche, essendo necessariamente di quel sembiante che siamo soliti di vedere nelle usate dagli scienziati, danno alla lingua francese (e darebbero a qualunque lingua e daranno all’italiana se dalla francese saranno trasportate stabilmente nella nostra) un’aria indegna di tecnicismo (per usare una di queste belle parole) e di geometrico e di matematico e di scientifico che ischeletrisce la lingua, riducendola in certo modo ad angoli: e perché non c’è cosa piú