Pagina:Zibaldone di pensieri I.djvu/500

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472 pensieri (441-442-443)

conveniva e che  (442) la natura ci avea posto in mano; e sebben falso in assoluto, era vero in relativo e pienamente sufficiente al suo fine, cioè insomma alla nostra esistenza perfetta secondo la nostra particolare essenza e quindi alla nostra felicità.

Ma bisogna ben intendere che cosa siano queste credenze ingenite, o vero istinto, e idee innate. Idee precisamente innate non esistono in alcun vivente e sono un sogno delle antiche scuole. La natura influisce sulle idee o credenze di qualunque animale, non ponendoci identicamente e immediatamente quelle tali idee e credenze, ma mediatamente, cioè disponendo l’animale e l’ordine delle cose relativo a lui, in tal maniera, che l’animale si determini naturalmente a credere questo e non quello. Cosí che la credenza non è neppur essa determinata primitivamente, non piú della volontà, ma deve anch’essa determinarsi prima di determinare la volontà. Ma come le azioni o determinazioni della volontà sono naturali quando vengono da credenze naturali, cosí le credenze o determinazioni dell’intelletto sono naturali quando sono conformi al modo in cui la natura avea disposto e provveduto che l’intelletto si determinasse; cioè ai mezzi di credenza che  (443) la natura ci ha dati, come nelle credenze ci ha dato i mezzi di azione.


*   Tutti i moderni ideologi hanno stabilito che le idee o credenze le piú primitive, le piú necessarie all’azione la piú vitale, e quindi tutte le idee o credenze moventi del bambino appena nato, (e cosí d’ogni altro animale), tutte le idee o credenze determinanti o non determinanti, cioè relative o no all’azione, non vengono altro che dall’esperienza e quindi non sono se non tante conseguenze tirate col mezzo di un raziocinio e di un’operazione sillogistica, da una maggiore ec. (e qui osservate la necessità del raziocinio ne’ bruti).