Pagina:Zibaldone di pensieri II.djvu/315

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302 pensieri (964-965)

noscer benissimo le altre lingue, senza però gustarle né sentirle piú che tanto. Ho detto che gl’italiani in questo caso possono dar giudizio meglio che qualunque altro. 1°, La lingua italiana, come ho detto altrove, è piuttosto un aggregato di lingue che una lingua, laddove la francese è unica. Quindi nell’italiana è forse maggiore che in qualunque altra la facoltà di adattarsi alle forme straniere, non già sempre ricevendole identicamente, ma trovando la corrispondente, e servendo come di colore allo studioso della lingua straniera, per poterla dipingere, rappresentare, ritrarre nella propria  (965) comprensione e immaginazione. E per lo contrario nella lingua francese questa facoltà è certo minore che in qualunque altra.

2°, Queste considerazioni, rispetto alla detta facoltà della nostra lingua, si accrescono quando si tratta della lingua latina o della greca. Perché alle forme di queste lingue la nostra si adatta anche identicamente, piú che qualunque altra lingua del mondo; e non è maraviglia, avendo lo stesso genio, ed essendosi sempre conservata figlia vera di dette lingue, non solo per ragione di genealogia e di fatto, ma per vera e reale somiglianza e affinità di natura e di carattere. Laddove la lingua francese, sebbene nata dalla latina, se n’è allontanata piú che qualunque altra sorella o affine. E il genio della lingua francese è tanto diverso da quello della latina, quanta differenza mai si possa trovare fra le lingue di popoli che appartengono ad uno stesso clima, ad una stessa famiglia, ed hanno una storia comune ec. La somiglianza delle parole, cioè l’essere grandissima parte delle parole francesi derivata dal latino, non fa nessun caso, essendo una somiglianza materialissima e di suono, non di struttura; anzi neppur di suono, per la somma differenza della pronunzia. Ma in ogni caso il suono e la struttura sono cose indipendenti, cosí che ci potrebbero esser due lingue, tutte le cui parole avessero un’etimo-