Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/191

Da Wikisource.
(1466-1467) pensieri 177

rebbe ancor nulla. Astratto e concreto, essenza, sostanza e accidente, e tali altri termini d’ontologia, logica ec. Che sarebbe il pensiero dell’uomo s’egli non avesse idea chiara di tali ripostissime ma universalissime cose? e come l’avrebbe senza i nomi? i quali dopo sí piene rivoluzioni della filosofia ec. sono e saranno pur sempre in bocca de’ filosofi. Ma certo la difficoltà d’inventarli è stata somma e tale che la filosofia moderna forse non ne sarebbe stata capace. E mentre le idee piú difficili a concepirsi chiaramente, definirsi col pensiero e nominarsi, sono le piú elementari, certo è che la filosofia qualunque non potrà mai concepire né significare idee piú elementari di queste. Utilissima per questo lato è stata la stessa teologia, che ha maggiormente diffuse e popolarizzate tali parole, ed altre ne ha trovate, assuefacendo ed affezionando ed eccitando lo spirito umano alle astrazioni, con tali stimoli,  (1467) che nessun’altra disciplina avrebbe potuto altrettanto, né verun’altra circostanza come quella delle dispute teologiche, dove prendevano parte i principi e le nazioni, e degli studi teologici che interessarono per sí lungo tempo tutta la vita umana e tutto lo stato del mondo civile. E quanto ho detto altrove circa l’utilità che si può cavare dal linguaggio scolastico de’ filosofi ec., intendo pur dirlo del teologico d’ogni specie, dommatico, morale, scolastico, ec (7 agosto 1821).


*    Anzi, stante le dette considerazioni, io credo che tali studi (notate) non solo gioverebbero la nostra o altra lingua, ma il progresso dello spirito umano (7 agosto 1821).


*    Dico applicando tali studi alla moderna filosofia. La scienza fa un progresso considerabile quando arriva a veder chiara, fissa e distinta dall’altre un’idea elementare ec. mediante un proprio nome, che

Leopardi - Pensieri, III.