Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/59

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(1265-1266-1267) pensieri 45

fluissero per ogni conto sopra i loro abitatori in un modo affatto uniforme.

Secondariamente, il genere umano diviso e diffuso pel mondo si diversificò nelle sue parti infinitamente, non solo quanto a tutte le altre appartenenze della vita umana e de’ caratteri ec., ma anche quanto alle pronunzie, alle qualità de’ suoni articolati e degli alfabeti parlati, diversissimi secondo i climi ec. ec., come vediamo. Queste infinite  (1266) differenze sopravvenute al genere umano, già diviso in nazioni e distribuito nelle diverse parti della terra, fecero sí che la formazione delle lingue presso le nazioni primitive differisse sommamente, quantunque tutte derivassero da una sola e stessa radice e conservassero nel loro seno i pochi e rozzi elementi della loro prima madre, diversamente alterati collo scambio delle lettere, secondo le inclinazioni degli organi di ciascun popolo, colle inflessioni, colle significazioni massimamente, colle composizioni e derivazioni e metafore infinite e diversissime di cui l’uomo naturalmente si serve a significare le cose nuove o non ancora denominate ec. ec.

Nel terzo luogo, la lingua primitiva dovette immancabilmente servirsi delle stesse parole per significare diversissime cose, scarseggiando di radici e mancando o scarseggiando d’inflessioni, di derivati, di composti ec. La lingua ebraica, l’una delle lingue scritte piú rozze e lingua antichissima, serve di prova di fatto a questo ch’io dico e che è chiaro abbastanza per la natura delle cose. Ora i diversi popoli nella formazione progressiva delle lingue, trovando qual per un verso, qual per un altro, il modo di significar le cose piú distintamente, conservarono alle loro prime parole radicali dove uno  (1267) dove un altro de’ sensi che ebbero da principio, o fossero propri o traslati. Cosí che non è da far maraviglia se bene spesso in diversissime lingue si trovano tali e tali radici uniformi o somiglianti nel suono, ma disparatissime nel