Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/98

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84 pensieri (1316-1317-1318)

lingua italiana al detto genere, eccetto ad alcuni generi scientifici,  (1317) negli scritti del Galilei del Redi e pochi altri; ed alla politica, negli scritti del Machiavelli e di qualche altro antico, riusciti perfettamente quanto alla lingua, ed in ordine alla materia, quanto comportavano i tempi e le cognizioni d’allora. Ma a quel genere filosofico che possiamo generalmente chiamare metafisico, e che abbraccia la morale, l’ideologia, la psicologia (scienza de’ sentimenti, delle passioni e del cuore umano), la logica, la politica piú sottile ec., non è stata mai applicata la buona lingua italiana. Ora questo genere è la parte principalissima e quasi il tutto degli studi e della vita d’oggidí (13 luglio 1821).


*    I termini della filosofia scolastica possono in gran parte servire assaissimo alla moderna, o presi nel medesimo loro significato (quantunque la moderna avesse altri equivalenti), il che non farebbe danno alla precisione, essendo termini conosciuti nel loro preciso valore, o torcendolo un poco senz’alcun danno della chiarezza ec. E questi termini si confarebbero benissimo all’indole della lingua italiana, la quale ne ha già tanti, e i cui scrittori antichi, cominciando da Dante, hanno tanto adoperato detta filosofia ed introdottala nelle scritture piú cólte ec., oltre che derivano tutti o quasi tutti dal latino,  (1318) o dal greco mediante il latino ec. Anche per questa parte ci può essere utilissimo lo studio del latinobarbaro; ed io so, per istudio postoci, quanti di detti termini, andati in disuso, rispondano precisamente ad altri termini della filosofia moderna che a noi suonano forestieri e barbari e possano essere precisamente intesi da tutti nel senso de’ detti termini recenti, e cosí quanti altri ve ne sarebbero adattatissimi e utilissimi, ancorché non abbiano oggi gli equivalenti ec. ec., anzi tanto piú. Aggiungete che, benché andati in disuso negli scrittori