Pagina:Zibaldone di pensieri IV.djvu/152

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140 pensieri (2269-2270-2271)

piedi la facoltà delle stesse cose che può far la mano? Eppure i piedi l’acquistano; e risiede in essi o altrettanta o poco minore disposizione che nelle mani, a tutte le facoltà e funzioni di questa. Io ho veduto un fanciullo, nato senza braccia, far coi piedi le operazioni tutte delle mani, anche le piú difficili e che non s’imparano senza studio. Ho inteso da un testimonio di vista di una donzella benestante che ricamava coi piedi. Che vuol dir ciò? Tanta facoltà naturale risiede nelle mani quanta nei piedi, cioè nessuna in nessuno dei due. L’assuefazione sola e le circostanze la procurano alle une e la possono procurare agli altri.

Similmente dite delle facoltà della mano e parte destra rispetto alla sinistra (21 dicembre, dí di S. Tommaso, 1821). (2270)


*   Come dunque sarebbe assurdo il dire che la natura abbia dato al piede le facoltà della mano e nondimeno vediamo che esso le acquista; cosí parimente è stolto il dire che la natura abbia dato alla mano alcuna facoltà, ma solamente la disposizione e la capacità di acquistarne; disposizione ch’ella ha pur dato al piede, bench’ella resti non solo inutile, ma sconosciuta e neppur sospettata in quasi tutti gli uomini; disposizione che non è quasi altro che possibilità; disposizione maggiore certo nella mano, che la natura aveva espressamente destinata ad acquistare le sue facoltà ec. (altro è però destinarla, altro porvi essa stessa veruna facoltà ingenita); e però l’aveva provveduta di maggior numero di articolazioni e postala in parte piú adattata ad operare ec. Discorrete allo stesso modo di tutte le facoltà umane e di tutti gli organi intellettuali, esteriori, interiori ec. L’argomento va in regola e dalle cose piú materiali, chiare e visibili, si può e si deve  (2271) inferire e spiegare la natura ec. delle meno chiare e facili, e meno materiali in apparenza (22 dicembre 1821).