Pagina:Zibaldone di pensieri IV.djvu/252

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240 pensieri (2438-2439-2440)

raledell’uomo. Ma ciò non è maraviglia, spiegandosi esso e dovendosi necessariamente spiegare col negar la pretesa destinazione naturale dell’uomo allo stato sociale stretto (cioè diverso da quello ch’hanno fra loro quasi tutte le bestie, massime le piú svegliate); al quale stato ripugnano per natura loro le dette qualità naturalissime e assolutamente proprie dell’uomo (come si può vedere anche nel fanciullo ec.). La maraviglia è ch’essendo tornato l’uomo allo stato naturale per questa parte (mediante l’annichilamento delle antiche opinioni e illusioni, frutto delle prime società e relazioni contratte scambievolmente dagli uomini), la società non venga a distruggersi assolutamente e possa durare con questi principii distruttivi  (2439) per natura loro. Il qual fenomeno resta spiegato colla sopraddetta comparazione. E questo equilibrio, certo non naturale ma artifiziale, cioè questa parità e questa universalità d’attacco e di resistenza, mantiene la società umana, quasi a dispetto di se medesima, e contro l’intenzione e l’azione di ciascuno degl’individui che la compongono, i quali tutti o esplicitamente o implicitamente mirano sempre a distruggerla.

Dalla detta comparazione caveremo altresí un corollario morale. Se qualche colonna d’aria viene a rarefarsi o a premer meno dell’altre e far meno resistenza per qualunque accidente, ciascuna delle colonne vicine e ciascuna delle lontane addensandosi alle vicine, senza un istante d’intervallo, corrono ad occupare il luogo suo, e non appena ella ha lasciato di resistere sufficientemente, che il suo luogo è conquistato. Cosí la campana pneumatica anderebbe in minutissimi pezzi, mancando la sufficiente resistenza dell’aria quivi rinchiusa, se non si provvedesse a questo colla configurazione  (2440) della campana. Lo stessissimo accade fra gli uomini, ogni volta che la resistenza e reazione di qualcuno manca o scema, sia per