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(2992-2993-2994) | pensieri | 121 |
tum>ed hausitus in haustum ed haustus, come appunto usitus in ustus. E fecero similmente haesitus, il quale oggi non rimane, ma è dimostrato da haesitare, che regolarmente dovrebb’essere haeritare. Haesum, onde haesurus ec., o è contratto diversamente o anomalo, come haesi per haesui (o haerui), il quale però fu trovato da Diomede in non so quale antico (Forcellini Haereo, fine). Cosí dite di hausum ed hausus. Ma in conferma di questo mio discorso e di tutto quanto io dico circa questi tali continuativi, come urito, quaerito, ed anche legito, agito e tanti altri che non sembrano poter derivare da participii, e in conferma di quanto altrove ho ragionato degli antichi e regolari participii e supini ora perduti, ma dimostrati in parte da continuativi e frequentativi, eccovi appunto (2993) haurivi o haurii, hauritu, hauriturus, hauritus (come appunto uritus perduto, onde uritare; quaeritus perduto, onde quaeritare, querido, chéri ec.) usati anch’essi invece di hausi, haustu, hausturus (o, come Virgilio hausurus), haustus; bensí da autori, la piú parte, recenti, perchè, come ho detto, l’antica pronunzia preferiva la s. Ma la regolare era pur questa, e il vederla usata da’ piú moderni e piú rozzi, e il vederla convenire coi continuativi antichi (come urito, quaerito), i quali da essa e non d’altronde derivano, persuade ch’ella fosse conservata continuamente nelle bocche del volgo, fino a passare nelle lingue moderne, giacché, per esempio, querido chéri ec. non sono altro che il regolare e originario quaeritus per quaesitus, onde l’antico quaeritare proprio de’ comici Plauto e Terenzio, il qual verbo fa fede al detto participio, che, conservatosi nelle lingue moderne, è perduto nel latino.
Del resto, io non so, come ho detto, se gli antichi dicessero anche uso, haeseo, hausio ec. per (2994) uro ec., come dissero ussi, hausi, haesi ec. per uri perfetto, hauri o haurii ec. Ben so che siccome dissero quaesii, quae-