Pagina:Zibaldone di pensieri V.djvu/357

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350 pensieri (3375-3376-3377)

seguendo le inclinazioni naturali, e non influito da circostanze non naturali, non acquista che le qualità destinategli dalla natura, e diviene quale ei dev’essere, cioè quale la natura ebbe intenzione ch’ei divenisse, quando pose in lui quella disposizione. In quanto ella è disposizione a poter essere, l’uomo influito da varie circostanze non naturali, siano intrinseche siano estrinseche, acquista molte qualità non destinategli dalla natura, molte qualità contrarie eziandio all’intenzione della natura, e diviene qual ei non dev’essere, cioè quale la natura non intese ch’ei divenisse, nell’ingenerargli quella disposizione. Egli però non divien tale per natura, benché questa disposizione sia naturale: perocché essa disposizione non era ordinata a questo  (3376) ch’ei divenisse tale, ma era ordinata ad altre qualità, molte delle quali affatto contrarie a quelle che egli ha per detta disposizione acquistato. Bensí s’egli non avesse avuto naturalmente questa disposizione, egli non sarebbe potuto divenir tale. Questa è tutta la parte che ha la natura in ciò che tale ei sia divenuto. Siccome, se la disposizion fisica del nostro corpo non fosse qual ella è per natura, l’uomo non potrebbe, per esempio, provare il dolore, divenir malato. Ma non perciò la natura ha cosí disposto il nostro corpo acciocché noi sentissimo il dolore e infermassimo; né quella disposizione è ordinata a questo, ma a tutt’altri e contrarii risultati. E l’uomo non inferma per natura; bensí può per natura infermare; ma infermando, ciò gli accade contra natura, o fuori e indipendentemente dalla natura, la quale non intese disporlo a infermare.

Similmente si discorra degli altri animali, e di mano in mano degli altri generi di creature, con quest’avvertenza però e con questa proporzione, che negli altri animali, le disposizioni  (3377) ingenite sono piú ad essere che a poter essere; il che vuol dire che gli animali sono naturalmente meno conformabili del-