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378 | pensieri | (3421-3422-3423) |
senza forse quella che ci rimane delle prose classiche antiche. Ma per vero dire, né quelle son prose, né le moderne francesi lo sono, ma sofistumi l’une e l’altre, quelle in ogni cosa, queste in quanto allo stile (12 settembre 1823).
* Che i miracoli della musica, la sua natural forza sui nostri affetti, il piacere ch’ella (3422) naturalmente ci reca, la sua virtú di svegliar l’entusiasmo e l’immaginazione ec., consista e sia propria principalmente del suono o della voce, in quanto suono o voce grata, e dell’armonia de’ suoni e delle voci, in quanto mescolanza di suoni e voci naturalmente grata agli orecchi; e non già della melodia; e che conseguentemente il principale della musica e la considerazione de’ suoi effetti non appartenga alla teoria del bello proprio, piú di quello che v’appartenga la considerazione degli odori, sapori, colori assoluti ec., perocché il diletto della musica, quanto alla principale e piú essenziale sua parte, non risulta dalla convenienza; veggasi in questo, che non v’ha cosí misera melodia che perfettamente eseguita da un istrumento o da una voce gratissima non diletti assaissimo; né v’ha, per lo contrario, cosí bella melodia ch’eseguita, per esempio con bacchette su d’una tavola, o su di piú tavole che rispondano a’ diversi tuoni, o in qualsivoglia istrumento o voce ingratissima o niente grata, rechi quasi diletto alcuno, e ciò quando anche ella sia eseguita perfettamente rispetto a (3423) se stessa. E ben gli uomini si sono potuti accorgere delle suenunciate verità in questi ultimi tempi, ne’ quali, per quello che se n’é detto, la sorprendente voce della Catalani ha rinnovato quasi negli uditori i miracolosi effetti della musica antica. Certo questi effetti non nascevano né principalmente né essenzialmente né quasi in parte alcuna dalle melodie. Le quali, oltre che da mille altri potevano