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Pagina:Zibaldone di pensieri VII.djvu/61

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56 pensieri (4132-4133)

e la cui naturalità e universalità non per tanto non prova per niente la loro verità né il loro essere innati. Conchiudo che l’amore e studio della propria conservazione non è nell’uomo una qualità ec. immediata, ma derivante dall’amore della propria felicità (che è veramente immediato), e derivantene per mezzo di un’idea, di un giudizio (e questo falso); il quale mancando o cangiandosi, l’uomo manca dell’amore della propria conservazione, lo converte in odio della medesima, fugge la vita, segue la morte; il che egli non fa né può fare mai, né pure un momento, verso la sua propria felicità, ossia piacere da un lato, e la sua propria infelicità dall’altro; né anche quando egli sia pazzo e furioso; nel quale stato bene egli talvolta volontariamente si uccide, ma non lascia mai di amare sopra ogni cosa e procurare altresí quello che egli giudica essere sua felicità, e sua maggiore felicità (5-6 aprile 1825).


*    Sa-v-ona. Molti antichi, come G. Villani (per esempio, l. VII, c. 23), Sa-ona, come Faenza anche oggi per Faventia, dicendosi però dal Guicciardini e altri antichi Faventino per Faentino, del che altrove (6 aprile 1825).  (4133)


*   Diminutivi positivati. Νόννα-νονὶς. Vedi Du Cange, glossario graeco e Fabricius, Bibliotheca Graeca, ed. vet., t. VII, p. 682, not. a. Probabilmente corrotto da Domna (siccome il Nonne dei francesi), come stima il Du Cange, glossario latino in Nonnus, e non venuto dall’egiziano, come dice il Fabricio, se pure anche in Egitto non si usò questa medesima corruzione, o se ella non fu fatta originariamente in Egitto, cioè nella lingua copta, ma sempre però dalla voce latina Domnus e Domna (6 aprile 1825). I francesi hanno anche Nonnette, ma Nonne e Nonnette sono ambedue burleschi e disprezzativi al presente, sicché tra l’uno e l’altro