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IV

Q

uel lunedí, dieci ottobre, un luminoso sole da giorni di vittoria ruppe le nuvole grige e pregne di pioggia che da una settimana oscuravano Parigi. Anche quella notte non aveva smesso mai di venir giú un’acquolina che infangava le strade: ma all’alba, sotto il soffio vivo che disperdeva le nuvole, i marciapiedi si erano asciugati, e il cielo azzurro aveva una limpida allegria da primavera.

Per questo, Il Paradiso delle signore fin dalle otto splendeva ai raggi di quel bel sole nella gloria della sua grande vendita delle «novità da inverno». Le bandiere sulla porta e le pezze di lana in mostra si agitavano all’aria fresca del mattino, animando la Piazza Gaillon d’un tramestio da fiera, mentre sulle due strade le vetrine ostentavano la varietà delle merci, che dietro i cristalli lucidissimi parevano ancor piú vivaci e belle. Era quasi un’orgia di colori, un’ebrezza che irrompeva nella via, un monte di roba ammucchiato perché tutti ne godessero, se non altro, con gli occhi.

Ma a quell’ora entrava poca gente: qualche affaccendata cliente di tanto in tanto, qualche massaia del vicinato, qualche signora che non osava avventurarsi nel pigia pigia delle ore po-


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