Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
il paradiso delle signore |
pezzo di ragazza di quattordici anni, magra e ardita, che alle stoffe dava già certe occhiate da donna troppo esperta.
— Guarda! siete voi, cara signora?
— Io in persona, cara signora... Che folla!
— Non me ne parlate! si soffoca... Un trionfo, un vero trionfo! L’avete visto il salotto orientale?
— Stupendo! magnifico!
E in mezzo alle gomitate, le due signore, sballottate dalla calca sempre crescente delle clienti meno agiate, le quali si buttavano addirittura sulle lane a buon prezzo, si misero a discorrere della mostra dei tappeti senza trovar parole bastanti al loro entusiasmo. Poi la Marty spiegò che cercava la stoffa per un mantello; ma non sapeva ancora bene quel che avrebbe preso, e intanto s’era fatto mostrare del trapunto di lana.
— Ma via, mamma — mormorò Valentina — non vedi ch’è troppo comune?
— Venite alle sete disse la Desforges. — Bisogna pur vederla la famosa «Parigi-Paradiso».
Per un po’ la Marty esitò. Costava cara, e lei aveva solennemente giurato al marito che avrebbe avuto giudizio! Da un’ora, invece, non faceva che comprare; e già le teneva dietro un monte di fagotti, un manicotto e delle gale per lei, e delle calze per la figliuola. Ma finalmente disse al commesso che le mostrava il trapunto:
— No, no! vado alle sete... Non è quello che volevo io.
Il commesso prese gl’involti, e s’avviò innanzi a loro.
Anche alle sete c’era la ressa medesima. Si pi-
149 |