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il paradiso delle signore |
ventori... non m’ero accorta ch’eravate qui... Al Paradiso ci avete ora delle trine che sono una delizia!
Non si occuparono piú del ventaglio; Mouret lo posò su un tavolino. Le signore non ne potevano piú dalla curiosità di vedere che mai si fosse comprato la Marty; sapevano tutte come avesse le mani bucate, e non potesse resistere a una tentazione: onestissima, incapace di cedere a un amante, cadeva subito senza resistenza dinanzi a uno straccio qualsiasi.
Era figliuola d’un impiegatuccio, e rovinava il marito, professore nel liceo Bonaparte, che doveva raddoppiare i seimila franchi dello stipendio con tante lezioni particolari, per far fronte alle spese sempre crescenti di casa sua. Ma lei non apriva la borsetta; la teneva sui ginocchi, e parlava con la sua figliuola Valentina, ch’era sui quattordici anni; una delle sue civetterie piú costose, perché la vestiva sempre come se stessa, con tutte le novità della moda cui non sapeva resistere.
— Avete visto? quest’inverno usano, per le signorine, certi vestiti con una trina... Ed io, naturalmente, a vedere una valencienne graziosissima...
E alla fine stava per aprire la borsa: e le signore allungavano il collo, quando, in quel silenzio, si sentí sonare il campanello di casa.
— Sarà mio marito! — esclamò la Marty tutta sossopra. — Deve venire a prendermi, quando esce dal liceo.
Richiuse subito la borsa, e con un moto istintivo la nascose sotto la poltrona. Tutte le signore diedero in una risata; ella allora arrossí di quella fretta, riprese sui ginocchi la borsa, e si
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