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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/17

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Tuttavia La Faloise aveva applaudita Clarissa Besnus, una delle donnine di Bordenave, che faceva da Iride, vestita di azzurro pallido, con una gran cintura di sette colori annodata alla vita.

— Si leva la camicia, sai per mettere quella roba, disse a Fauchery in modo da essere udito. L’abbiam provata stamane e la si vedeva la camicia nella schiena e sotto le braccia.

Ma un lieve fremito agitò il teatro. Rosa Mignon era entrata, vestita da Diana! Benché non avesse né le forme né il viso adatti per quella parte — scarna e bruna com’era, d’un adorabile bruttezza da monello parigino — parve graziosissima come una ironia quasi del personaggio.

La sua prima aria, scritta su parole tanto stupide da far piangere — i lamenti riguardo a Marte, che era in procinto di piantarla per Venere — quell’aria la cantò con una riserbatezza pudica così piena di sottintesi salaci, che il pubblico si animò. Il marito e Steiner, nello stesso palco, cuciti l’uno all’altro, ridevano con compiacenza. E tutto il teatro scoppiò quando Prulliére, l’artista prediletto apparve vestito _da Marte, un Marte da strapazzo, impennacchiato di una gigantesca piuma, strascicando uno spadone, che gli arrivava alla spalla. Lui, mo’, era sazio di Diana: faceva troppo la schifiltosa. Allora Diana giurava di sorvegliarlo e di vendicarsi.

Il duetto si chiudeva con gorgheggi buffi che Prullière eseguì molto grottescamente con voce da miccio aizzato. Aveva una burlesca millanteria da primo attor giovine, fiero de’ suoi trionfi amorosi, e cacciava fuori due occhi da spaccamonte che facevano scoppiar stridule risate di donna nei palchi. Poi il pubblico si rifece freddo, le scene che seguirono parvero insopportabili. Il vecchio Bosc che rappresentava un Giove imbecille, il capo schiacciato sotto un’enorme corona, riuscì appena a rasserenare il pubblico per un momento, quand’ebbe una lite domestica con Giunone riguardo al conto della cuoca. Lo sfilar degli Deî, Nettuno, Plutone, Minerva e gli altri fa lì lì per mandare tutto a rotoli. Il pubblico si faceva impaziente, un mormorio di cattivo augurio cresceva lentamente, gli spettatori perdevano la curiosità e guardavano intorno. Lucia rideva con Labordette, scambiando cenni e