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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/41

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Francesco, senza voltarsi, dignitoso e disinvolto, aspettava. Poi, quando si fu seduta e ch’egli ebbe dato una prima ravviatura con un colpo di pettine, parlò.

— La signora non ha forse ancora veduto i giornali.... C’è un articolo bellissimo sul Figaro.

Egli aveva comperato il giornale.

Madama Lerat inforcò gli occhiali e lesse l’articolo ad alta voce davanti alla finestra. Si rizzava nella sua statura da carabiniere, contraendo le nari quando pronunziava un epiteto galante. Era una cronaca di Fauchery buttata giù all’uscir di teatro, due colonne molto vivaci, briose e maligne in quanto riguardava l’apprezzamento dell’artista, di un’ammirazione brutale per la donna.

— Molto bene, molto bene, ripeteva Francesco.

Poco importava a Nana che si burlassero della sua voce! Lo trovava grazioso quel Fauchery; l’avrebbe magari compensato della sua cortesia.

Madama Lerat, riletto l’articolo, disse a bruciapelo che gli momini avevano tutti la tarantola nei polpacci; e rifiutò spiegarsi più chiaramente, contenta d’aver trovato quell’AALUGIOnE lesta che lei sola intendeva.

Francesco intanto, finiva di rialzare e di annodare i capelli di Nana; poi salutò dicendo:

— Starò attento ai giornali della sera... Devo venire come al solito, eh! alle cinque e mezzo?

— Portatemi un vasetto di pomata ed una libbra di mandorle toste di Boissièr! gli gridò dietro Nana attraverso il salotto mentre richiudeva la porta.

Rimaste sole, le due donne si ricordarono che non si erano ancora abbracciate, e si misero a stamparsi grossi baciozzi sulle guancie; l’articolo le aveva messe in allegria. Nana fino allora mezzo assonnata, fu ripresa dalla febbre del suo trionfo...Ah! pensava, non deve essere lieto questo mattino per Rosa Mignon!

Siccome sua zia non aveva voluto venir a teatro, perchè, a quanto diceva, le commozioni le facevano male, si diè a raccontarle la serata, e, nel raccontare, s’inebbriava delle sue parole stesse; pareva che tutta Parigi si fosse subissata sotto