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freddo si era diffaso; si sentiva in mezzo al silenzio: la voce nasale di Steiner, messo faor dei gangheri dalla diserzione del deputato. La contessa: Sabina stette un momento a: guai dare il fuoco, poi riannodò la conversazione:
— Ho veduto l’anno: scorso il re di Prussia a Baden. È — ancora molto vigoreso per la sua età.
— Il conte di Bismarck l’accompagnerà, dissela de Joncquoy.
«Lo conoscete? Io ho fatto colazione da lui con mio fratello, oh! un gran pezzo fa, quando rappresentava la Prussia a Parigi. Ecco un uomo di cui non comprendo affatto i recenti successi,
— E perchè mo? chiese la Chantereau.
— Dio mio! Come spiegarvelo?;.. Non mi va a genio. Ha l’aria brutale, triviale, incivile. Per me poi lo trovo uno sciocco.
Allora tutti parlarono del conte di Bismarck: le opinioni farono molto divise, Vandeuvres lo conosceva ed assicurava che era buon bevitore e buon giuocatore. Ma, nel forte della diseussione, la porta si aperse ed Ettore della Faloise apparve, Fauchery, che lo seguiva si avvicinò alla contessa, e inchinandosi:
— Signora, mi son ricordato il vostro grazioso invito...
Essa ebbe un sorriso, una parola cortese.
Il giornalista, dopo aver salutato il conte, rimase un po’ a disagio, in mezzo a quel salotto ove non conosceva alcuno, tranne Steiner.
Senonchè Vandeuvres, essendosi voltato, venne a dargli una stretta di mano. E di botto, felice dell’incontro, Fauchery, preso da un bisogno di sfogo, l’attirò, dicendo a bassa voce:
— È fissato per domani, ci sarete?
— Per baeco!
— À: mezzanotte da lei!
— Lo s0; lo so. Ci vado con Bianca. — — »
Voleva sfuggirgli per tornar presso le signore e difender Bismarck con nuovi argomenti, ma Fatchery lo trattenne.
— Non indovinereste mai qual invito mi ha incaricato di fare.
E con lieve cenno del capo accennò il conte Muffat che ia quel momento discuteva sul bilancio di Stato col deputato e con Steiner. i