L'Isottèo/Ballata di Astìoco e di Brisenna: differenze tra le versioni

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Ballata di Astìoco e di Brisenna

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Ballata di Astìoco e di Brisenna
Il dolce grappolo Isaotta nel bosco


Amor, quando fiorian ne ’l bel paese
il biondo Astìoco e Brisenna reina,
da ’l colle a ’l pian, da ’l fiume a la marina
sonavan alto le tue chiare imprese.

5La terra di Brolangia era un verziere,
in figura d’un sistro, ismisurante.
Il verde paradiso due riviere
cingeano, come braccia d’un’amante.
Il suol crescea meravigliose piante,
10nudrito da le pingui alluvioni.
Quivi tennero lieti eptamerori
il dotto Astìoco e Brisenna cortese.

La bontà che venia da’ lor costumi
era sì dolce, o Amore, e sì profonda
15che il suolo si coprìa di rose e i fiumi
volgean oro smeraldi ambra ne l’onda;
e, come ne la Tavola Rotonda,
ragionavano i tronchi e le fontane,
potea la Luna su le menti umane,
20munìan li incanti ai prodi elmo e pavese.

Su la cima de ’l bel colle d’Orlando
sorgevano i palagi, aperti a ’l giorno.
Diecimila colonne scintillando
ricorrevan per l’alte moli a torno.
25Vi saliva una scala, in doppio corno,
ampia, coperta di fanti e d’arcieri,
di messi, di valletti e di levrieri,
di dame e di donzelle in ricco arnese.

Convenivan le donne de’ poeti
30ivi, in un luogo detto Galaora;
e sedeano in su’ fulgidi tappeti,
ove li amor di Cefalo e d’Aurora,
illustri opere d’ago, uscieno fuora
qua e là di tra le vesti ricoprenti.
35Sedean le donne, in bei componimenti
di grazia, ad ascoltar la serventese.

Oh fontana d’Elai, per molti getti
ricadente ne ’l vaso di porfìro,
che dieci ninfe e dieci satiretti
40reggean, piegati ad una danza, in giro!
Immergeavi una coppa di zaffiro
Brisenna, e la porgeva a ’l rimatore.
Celava l’acqua in sé virtù d’amore
che in cor mortale si facea palese.

45Ma le belle traevansi in disparte.
Venivan quindi per eguali torme
di sette; e digradando in lungo ad arte
imitare volean l’ìmpari forme
de ’l flauto che il dio Pan seguendo l’orme
50di Siringa construsse in su ’l Ladone.
Come le canne, l’agili persone
tutte vibravano, a la danza intese.

Ogni torma correa verso l’eletto.
Ad una ad una le bocche fragranti,
55le bocche dolci più che miel d’Imetto,
egli baciava, splendido in sembianti.
Fuggìa la torma, ed ecco l’altra avanti.
E svolgeasi così, lungo i roseti,
la danza; mentre li èmuli poeti
60a tal vista fremean nuove contese.

Oh fontana d’Elai, dove son l’acque
che un dì fluiron per sì larga vena?
Dov’è il murmure tuo che tanto piacque
a ’l mite Astìoco e a Brisenna serena?
65Cadde una notte ne ’l tuo sen la piena
Luna, divelta per forza di carmi.
S’infransero a ’l tremore orrido i marmi,
e fumaron stridendo l’acque incese