Pagina:Opere scelte di Ugo Foscolo II.djvu/10: differenze tra le versioni
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Geme del divorato Itilo i fati |
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Questi, Ortalo, da me carmi tentati</poem> |
Questi, Ortalo, da me carmi tentati</poem>{{SAL|10|4|Silvio Gallio}} |
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Versione delle 22:04, 24 gen 2012
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EPISTOLA DI CATULLO
AD ORTALO
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Sebben me per dolor vigil consunto
Dalle Vergini dotte or discompagni
Malinconia; nè delle Muse io possa
Esprimer dalla mente i dolci parti,
5In tal burrasca di sciagure ondeggia!
Però che al mio fratel l’acqua che move
Torpidamente dal gorgo Leteo
Il piè pallido lava, e strugge grave
Sovra il lito Retéo l’Iliaca terra
10Lui rapito a miei sguardi ohimè! per sempre.
Ti parlerò più mai? T’udrò narrarmi
I tuoi fatti, o fratel? Te vedrò mai
O della vita mia più desïato?
Ben t’amerò: ben sempre io la tua morte
15Con doloroso verso andrò gemendo
Siccome all’ombra di frondosi rami
Geme del divorato Itilo i fati
Daulia cantando. ― Pur, fra tanto lutto
Questi, Ortalo, da me carmi tentati