Pagina:Tasso - Aminta, Manuzio, 1590.djvu/60: differenze tra le versioni

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Versione delle 21:41, 20 apr 2016


scena prima. 51

     È con le piante il pretioſo laccio?
     Pianta crudel, poteſti quel bel crine
     Offender tu, ch’à te feo tanto honore?
     Quinci con le ſue man le man le ſciolſe
     In modo tal, che parea, che temeſſe
     Pur di toccarle, e deſiaſſe inſieme:
     Si chinò poi, per islegarle i piedi:
     Ma, come Siluia in libertà le mani
     Si uide, diſſe in atto diſpettoſo:
     Paſtor, non mi toccar: ſon di Diana:
     Per me ſteſſa ſaprò ſciogliermi i piedi.

     Ch.Hor tanto orgoglio alberga in cor di Ninfa?
     Ahi, d’opra gratioſa ingrato merto.

     Tir.Ei ſi traſſe in disparte riuerente,
     Non alzando pur gli occhi per mirarla,
     Negando à ſe medeſmo il ſuo piacere,
     Per torre à lei fatica di negarlo.
     Io che m’era naſcoſo, e vedea il tutto,
     Et udia il tutto, allhor fui per gridare:
     Pur mi ritenni. Hor odi strana coſa.
     Dopo molta fatica ella ſi ſciolſe;
     E ſciolta à pena, ſenza dire, À Dio,
     À fuggir cominciò com’una cerua,
     E pur nulla cagione hauea di tema,
     Che l’era noto il rispetto d’Aminta.

     Ch.Perche dunque fuggſſi?     Tir.     À la ſua fuga
     Volſe l’obligo hauer, non à l’altrui
     Modeſto Amore.
     Ch.     Et in queſt’anco è ingrata.

G     2          Ma