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54 | atto terzo. |
Qual’animo fia’l tuo, quando udirai
35De l’unica tua Siluia il duro caſo?
Padre vecchio, orbo padre: ahi, non più padre.
Daf.Odo una meſta voce. Am. Io odo’l nome
Di Siluia, che gli orecchi, e’l cor mi fere:
Ma, chi è, che la noma? Daf. Ella è Nerina,
40Ninfa gentil, che tanto à Cinthia, è cara,
C’hà ſi begli occhi, e coſì belle mani,
E modi ſi auuenenti, e gratioſi.
Ner.E pur voglio, che’l ſappi, e che procuri
Di ritrouar le reliquie infelici,
45Se nulla ve ne reſta. ahi, Siluia, ahi dura
Infelice tua ſorte.
Am.Ohime, che fia? che costei dice. Ner. Dafne.
Daf.Che parli frà te steſſa, e perche nomi
Tu Siluia, e poi ſospiri? Ner. Ahi, ch’à ragione
50Sospiro l’aspro caſo. Am. Ahi, di qual caſo
Può ragionar coſtei? io ſento, io ſento,
Che mi s’agghiaccia il core, e mi ſi chiude
Lo spirto. è viua?
Daf.Narra, qual’aspro caſo è quel, che dici.
Ner.55Ò Dio, perche ſon’io
La meſſaggiera? e pur conuien narrarlo.
Venne Siluia al mio albergo ignuda; e, quale
Foſſe l’occaſion, ſaper la dei:
Poi riueſtita mi pregò, che ſeco
60Ir voleſſi à la caccia, che ordinata
Era nel boſco, c’hà nome da l’Elci.
Qual’animo fia’l tuo, quando udirai
35De l’unica tua Silvia il duro caso?
Padre vecchio, orbo padre: ahi, non più padre.
Daf.Odo una mesta voce. Am. Io odo’l nome
Di Silvia, che gli orecchi, e’l cor mi fere:
Ma, chi è, che la noma? Daf. Ella è Nerina,
40Ninfa gentil, che tanto a Cinthia, è cara,
C’ha sì begli occhi, e così belle mani,
E modi si avvenenti, e graziosi.
Ner.E pur voglio, che’l sappi, e che procuri
Di ritrovar le reliquie infelici,
45Se nulla ve ne resta. Ahi, Silvia, ahi dura
Infelice tua sorte.
Am.Ohimé, che fia? che costei dice. Ner. Dafne.
Daf.Che parli fra te stessa, e perché nomi
Tu Silvia, e poi sospiri? Ner. Ahi, ch’a ragione
50Sospiro l’aspro caso. Am. Ahi, di qual caso
Può ragionar costei? io sento, io sento,
Che mi s’agghiaccia il core, e mi si chiude
Lo spirto. È viva?
Daf.Narra, qual’aspro caso è quel, che dici.
Ner.55O Dio, perché son’io
La messaggiera? E pur convien narrarlo.
Venne Silvia al mio albergo ignuda; e, quale
Fosse l’occasion, saper la dei:
Poi rivestita mi pregò, che seco
60Ir volessi a la caccia, che ordinata
Era nel bosco, c’ha nome da l’Elci.
Io la