Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/338: differenze tra le versioni
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la loro signoria. E della ricche, d’Iberia abbiamo anche queste altre testimonianze. I Cartaginesi che vi approdarono sotto la scorta di Barca, secondochè narrati gli storici, trovarono che i Turditani servivansi di coppe <ref>Leggo cogli Edit. franc. e col {{AutoreCitato|Adamantios Korais|Coray}} Φίαλαες in luogo di Φάτναες, voce che i più interpretano per ''mangiatoie''.</ref> di botti d’argento. E si può credere che dalla molta loro felicità siansi denominati ''Macreoni'' |
la loro signoria. E della ricche, d’Iberia abbiamo anche queste altre testimonianze. I Cartaginesi che vi approdarono sotto la scorta di Barca, secondochè narrati gli storici, trovarono che i Turditani servivansi di coppe <ref>Leggo cogli Edit. franc. e col {{AutoreCitato|Adamantios Korais|Coray}} Φίαλαες in luogo di Φάτναες, voce che i più interpretano per ''mangiatoie''.</ref> di botti d’argento. E si può credere che dalla molta loro felicità siansi denominati ''Macreoni''<ref>''Macreoni'', cioè, ''Longevi''; perchè (dicono gli Ed. franc.) all’idea di una lunga vita si unisce ordinariamente quella della felicità.</ref> gli abitanti di que’ paesi, massimamente i capi, e che per questo poi Anacreonte abbia detto: ''Io per me non desidero nè il corno di Amaltra, nè di regnare cento cinquant'anni a Tartesso''. Ed {{AutoreCitato|Erodoto|Erodoto}} ci ha tramandato anche il nome di questo re, dicendo ch’egli chiamavasi Argantonio: perocché o vnolsi interpretare quel passo di Anacreonte come se dicesse: ''Non bramo di regnare quanto costui; o in generale: Non bramo di regnare lungo tempo in Tartesso''<ref>Seguito la lezione del Coray: {{testo greco}}.</ref>. Alcuni sostengono che Tartesso fosse quella città che ora nominiamo Carteia. Alla felicità poi del suolo conseguitarono presso i Turditani e la mitezza dei costumi e la civiltà; e così anche fra i Celti per essere vicini e congiunti con quelli, come ha dello {{AutoreCitato|Polibio|Polibio}}: ma sono peraltro inferiori ai Turditani, giacché vivono per la maggior parte dispersi in villaggi. I Turditani, e {{Pt|prin-|}} |
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<ref>''Macreoni'', cioè, ''Longevi''; perchè (dicono gli Ed. franc.) all’idea di una lunga vita si unisce ordinariamente quella della felicità.</ref> gli abitanti di que’ paesi, massimamente i capi, e che per questo poi Anacreonte abbia detto: ''Io per me non desidero nè il corno di Amaltra, nè di regnare cento cinquant'anni a Tartesso''. Ed {{AutoreCitato|Erodoto|Erodoto}} ci ha tramandato anche il nome di questo re, dicendo ch’egli chiamavasi Argantonio: perocché o vnolsi interpretare quel passo di Anacreonte come se dicesse: ''Non bramo di regnare quanto costui; o in generale: Non bramo di regnare lungo tempo in Tartesso''<ref>Seguito la lezione del Coray: {{testo greco}}.</ref>. Alcuni sostengono che Tartesso fosse quella città che ora nominiamo Carteia. Alla felicità poi del suolo conseguitarono presso i Turditani e la mitezza dei costumi e la civiltà; e così anche fra i Celti per essere vicini e congiunti con quelli, come ha dello {{AutoreCitato|Polibio|Polibio}}: ma sono peraltro inferiori ai Turditani, giacché vivono per la maggior parte dispersi in villaggi. I Turditani, e {{Pt|prin-|}} |
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la loro signoria. E della ricche, d’Iberia abbiamo anche queste altre testimonianze. I Cartaginesi che vi approdarono sotto la scorta di Barca, secondochè narrati gli storici, trovarono che i Turditani servivansi di coppe 1 di botti d’argento. E si può credere che dalla molta loro felicità siansi denominati Macreoni2 gli abitanti di que’ paesi, massimamente i capi, e che per questo poi Anacreonte abbia detto: Io per me non desidero nè il corno di Amaltra, nè di regnare cento cinquant'anni a Tartesso. Ed Erodoto ci ha tramandato anche il nome di questo re, dicendo ch’egli chiamavasi Argantonio: perocché o vnolsi interpretare quel passo di Anacreonte come se dicesse: Non bramo di regnare quanto costui; o in generale: Non bramo di regnare lungo tempo in Tartesso3. Alcuni sostengono che Tartesso fosse quella città che ora nominiamo Carteia. Alla felicità poi del suolo conseguitarono presso i Turditani e la mitezza dei costumi e la civiltà; e così anche fra i Celti per essere vicini e congiunti con quelli, come ha dello Polibio: ma sono peraltro inferiori ai Turditani, giacché vivono per la maggior parte dispersi in villaggi. I Turditani, e prin-