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Sapendo che dopo lo scoppio dell’insurrezione era stato raddoppiato il presidio del forte, potevano venire scoperti e presi a cannonate. |
Sapendo che dopo lo scoppio dell’insurrezione era stato raddoppiato il presidio del forte, potevano venire scoperti e presi a cannonate. |
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— Tseng-Kai, — disse Hong, la cui calma pareva un po’ scossa. — Temo che questa corsa finisca male per noi. |
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— Sì, quel forte ci dà fastidio, — rispose il vecchio marinaio. |
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— Vedi nessuna cannoniera ancorata dinanzi all’isola? |
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— No per ora, ma ve ne può essere qualcuna sulla costa occidentale. |
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— Cosa decidi di fare?... Voglio assolutamente porre in salvo Than-Kiù. |
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— Vuoi un consiglio?... |
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— Parla e affrettati. |
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— Sbarchiamo la ragazza, poi, se ci vedremo stretti dalle scialuppe, tenteremo una lotta disperata. La fortuna sorride agli audaci. |
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— E dove vuoi sbarcarla?... |
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— Sulla costa dell’isola. Chi può far attenzione ad un canotto montato da una fanciulla e da un paio di barcaiuoli?... Aspettiamo di aver girata la punta estrema per non farci vedere dagli inseguitori, poi sbarchiamola. Se dovessero prenderci, almeno Than-Kiù sarebbe salva. |
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— L’idea è buona, ma dopo?... |
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— Poi?... Se possiamo respingere l’attacco e prendere il largo, torneremo domani sera a riprenderla. Per ventiquattro ore Than-Kiù può rimanere nascosta fra le scogliere. |
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— Sì, — disse Hong, come parlando a sè stesso. — Credo che questo progetto sia il migliore per ingannare quelle guardie ostinate, le quali devono ormai essersi accorte che noi abbiamo fatta fuggire Than-Kiù. Accosta l’isola più presto che è possibile e sbarchiamola prima che questi spari attirino l’attenzione delle sentinelle. |
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34 | Capitolo quinto |
agli orecchi di Pram-Li e l’altra attraversò la velatura, ma nessuno rispose.
Hong però, temendo per Than-Kiù, la costrinse a ripararsi dietro l’albero di maestra, non avendo essa voluto scendere nella camera di prora.
Il fuoco, dopo qualche minuto di sosta, venne ripreso dagli uomini delle due scialuppe e questa volta con grande violenza. Pareva che le guardie fossero decise a decimare l’equipaggio prima di abbordarlo.
Le palle però non facevano gran danno alla giunca e tanto meno agli uomini che si tenevano ben riparati dietro alle massicce murate, però Hong e Tseng-Kai erano inquieti e guardavano ansiosamente l’isola di Corregidor che chiudeva la vasta baia, temendo di veder staccarsi altre scialuppe o qualche cannoniera.
Sapendo che dopo lo scoppio dell’insurrezione era stato raddoppiato il presidio del forte, potevano venire scoperti e presi a cannonate.
— Tseng-Kai, — disse Hong, la cui calma pareva un po’ scossa. — Temo che questa corsa finisca male per noi.
— Sì, quel forte ci dà fastidio, — rispose il vecchio marinaio.
— Vedi nessuna cannoniera ancorata dinanzi all’isola?
— No per ora, ma ve ne può essere qualcuna sulla costa occidentale.
— Cosa decidi di fare?... Voglio assolutamente porre in salvo Than-Kiù.
— Vuoi un consiglio?...
— Parla e affrettati.
— Sbarchiamo la ragazza, poi, se ci vedremo stretti dalle scialuppe, tenteremo una lotta disperata. La fortuna sorride agli audaci.
— E dove vuoi sbarcarla?...
— Sulla costa dell’isola. Chi può far attenzione ad un canotto montato da una fanciulla e da un paio di barcaiuoli?... Aspettiamo di aver girata la punta estrema per non farci vedere dagli inseguitori, poi sbarchiamola. Se dovessero prenderci, almeno Than-Kiù sarebbe salva.
— L’idea è buona, ma dopo?...
— Poi?... Se possiamo respingere l’attacco e prendere il largo, torneremo domani sera a riprenderla. Per ventiquattro ore Than-Kiù può rimanere nascosta fra le scogliere.
— Sì, — disse Hong, come parlando a sè stesso. — Credo che questo progetto sia il migliore per ingannare quelle guardie ostinate, le quali devono ormai essersi accorte che noi abbiamo fatta fuggire Than-Kiù. Accosta l’isola più presto che è possibile e sbarchiamola prima che questi spari attirino l’attenzione delle sentinelle.